- 25 Agosto 2003
Sveva Fede, 36 anni, è figlia di Emilio Fede, direttore del Tg4, l’uomo che ha dichiarato che ama Berlusconi, che ha messo bandierine a caso per dimostrare la vittoria di Forza Italia, che veniva chiamato «Sciupone l’ Africano» quando faceva l’ inviato in Africa, l’ uomo che fa di tutto per essere popolare, sfidando a volte anche la derisione.
Lei, Sveva, si è occupata di uffici stampa, prima per Trussardi e per il Gruppo Finanziario Tessile, adesso per eventi culturali e mostre. E’ stata facilitata dal cognome famoso?
«Direi proprio di no. Quando ho cominciato a lavorare, mio padre era rimasto coinvolto nello scandalo del gioco d’ azzardo. Tutti lo evitavano. E’ stato un periodo brutto per lui. Anche volendo, sarebbe stato difficile per me approfittarne. Non aveva più nemmeno un amico. Certo nel mondo in cui lavoro c’ è rispetto per mio padre, nel bene e nel male».
Hai un padre molto visibile.
«Ipervisibile».
Provi invidia, gelosia, ammirazione, emulazione?
«Rispetto. Papà nella vita è andato al di là dei suoi sogni. Ha cominciato come ragazzino povero, siciliano che sognava di diventare famoso».
Come tutti.
«Io non ho mai sognato di diventare famosa. Lui l’ ha sognato e ci è riuscito».
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- 18 Agosto 2003
Perché l’estate impazzano i comici? La risposta tenta di darcela Natalino Balasso, uno dei comici più quotati del momento. Ieri era col suo spettacolo "Balasso Live", ad Andalo. Oggi pomeriggio sarà a Lavarone a parlare del suo libro-gadget, "Balasciò". Spiega Natalino: "I comici stanno tutto l’inverno in vitro, chiusi nella televisione. D’estate escono, fioriscono, si avviano al pascolo, si aprono ai guadagni".
Il pascolo frutta?
"I comici televisivi guadagnano molto. E’ un mercato sovradimensionato. Come il Nasdaq di un paio di anni fa. C’è la bolla speculativa comica. Basta semplicemente che uno abbia bevuto una birra al bar dello Zelig perché scriva sul manifesto "il comico di Zelig". E la gente corre a vederlo".
Anche tu scrivi "il comico di Zelig"?
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- 15 Agosto 2003
Cecilia Strada, 24 anni, terzo anno di Sociologia. Figlia di un uomo famoso, Gino Strada, chirurgo, creatore di Emergency, l’organizzazione che cerca di riparare i danni che fanno le guerre, un uomo al centro di mille polemiche, idolatrato dalla sinistra dei girotondi, visto come il fumo negli occhi dalla destra guerrafondaia.
Hai un padre «buono», un eroe.
Ti crea problemi?
«Anche io sono buonissima. Certo è impegnativo avere un padre come Gino».
Ti senti obbligata a raggiungere le sue vette di eroismo e di bontà?
«No. Però è vero che siamo interessati alle stesse cose. Il progetto per cui lavoro, Peacereporter, nasce da una costola di Emergency e da una di Misna, l’ agenzia di informazione dei missionari comboniani. E vuole essere una cosa che dà voce a chi non ha voce».
Ti dà fastidio che lo riconoscano per strada?
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- 13 Agosto 2003
Per qualche mese è stato il simbolo, diffuso quotidianamente per televisione, dell’Italia dalle mille corruzioni. Sergio Cusani era l’uomo che distribuiva miliardi ai politici per conto di Raul Gardini. Per Antonio Di Pietro era il grimaldello per processare tutta la classe politica italiana. Alla fine Cusani fu il solo a finire in galera. Oggi, a 51 anni, affidato ai servizi sociali, è libero purché torni a casa tutte le sere alle dieci. La sua nuova occupazione è la solidarietà, soprattutto assistere chi è in carcere. Un cambiamento radicale, di interessi e di immagine. Ieri le riunioni di lavoro con Raul Gardini per decidere a quali partiti dare le mazzette. Oggi i dibattiti con Giancarlo Caselli e i convegni con Gherardo Colombo. Di tutte le persone che abbiamo intervistato per questa inchiesta sulla “generazione che non sa invecchiare” è quello che più di tutti ha virato. Con lui parlo del ’68, che lo vedeva a capo del Movimento Studentesco alla Bocconi, della corruzione politica, del carcere. E del futuro.
Hai più sentito Craxi?
No.
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- 11 Agosto 2003
Suo padre la chiama «Bubu» oppure «Cicala». Tutti gli altri la chiamano «la figlia di Zucchero». In realtà si chiama Irene Fornaciari. Ha 18 anni. Da sei mesi gira l’ Italia cantando nel musical «I dieci comandamenti».
Ti ha aiutato tuo padre?
«Io capisco che la gente pensi che sia lui a volermi lanciare nel mondo della musica. Ma la cosa positiva è che se la gente parte prevenuta e poi apprezza quello che fai, l’ apprezzamento alla fine è maggiore».
Lui è favorevole?
«Lui vuole che io segua la sua strada. Ma dice che debbo laurearmi. Lui, prima della musica, faceva veterinaria. Ha fatto trenta esami. Io sono iscritta a biologia, non ho dato nessun esame, ma voglio cambiare e occuparmi di logopedia».
Hai studiato musica?
«No. Sono andata a lezione di pianoforte per due mesi e poi mi sono stufata del solfeggio. Sono come il mio babbo. Mi stufo. Adesso strimpello un po’ il pianoforte, la chitarra, la batteria».
Quando hai cominciato a cantare?
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- 9 Agosto 2003
Sono tutti buoni quelli che si definiscono buoni? Secondo Mario Giordano, direttore di Studio Aperto, ex grillo parlante delle trasmissioni di Gad Lerner, è meglio andare a verificare che cosa si nasconde dietro molte delle organizzazioni e delle operazioni che si definiscono di beneficenza. E ne è uscito un libro di 220 pagine, sottotitolato "truffe e bugie nascoste dietro la solidarietà", in cui Giordano passa in rassegna tutti quegli appelli alla bontà che producono miliardi che alla fine non si capisce bene dove vadano a finire. Diceva G.B. Show: "I ricchi fanno la beneficenza, ma anche la beneficenza fa i ricchi". Sei d’accordo?
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- 7 Agosto 2003
"Titolare della vita più strampalata del secolo". La definizione è di Giancarlo Perna. Lino Jannuzzi è una specie di Ernest Hemingway con la pummarola ‘ncoppa. Nato dalle parti di Avellino, principe della goliardia, levatrice di grandi politici della Prima repubblica, consigliere di quelli della Seconda, giornalista autore di clamorosi scoop come lo scandalo Sifar, appassionato di corride, sceneggiatore di film di successo. Vini, poker, donne pazze, lussi sfrenati, auto sportive, sigari, Pamplona, Grand Hotel. Settant’anni di finzioni e di avventure, recita il titolo di un libro, Dell’Utri editore, 300 copie "su carta speciale Hahnemuhle", scritto da Mattia Feltri e accompagnato dai disegni di Vincino. Finzioni e avventure che Jannuzzi smentisce con poca convinzione e molto orgoglio. Tra la realtà e Lino c’è un rapporto ambiguo, giocato sul filo dell’ironia. È un agente del Kgb? Ha avuto una folle storia con Marina Ripa di Meana? Ha rapito Josephine Baker? Ha invaso San Marino e la Jugoslavia? È stato il maestro di Bettino Craxi? È l’uomo che consiglia Giuliano Ferrara, il consigliere di Silvio Berlusconi? Forse. La vita di Jannuzzi è la sceneggiatura di una storia a metà tra James Bond e Groucho Marx. È sempre Giancarlo Perna che parla: "Lino Jannuzzi ha passato i primi trent’anni a non fare un tubo, gli altri vent’anni a fare il giornalista e da 50 anni in poi ha fatto di tutto".
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- 4 Agosto 2003
Professione attore. Ventisei anni, una moglie, due figli. E una serie di genitori, di nonni, di suoceri famosi. Suo padre, Antonello Venditti, sua madre, Simona Izzo. E la suocera, Ilaria Occhini. E il suocero, Dudu La Capria. E il patrigno, Ricky Tognazzi. Fino a salire «per li rami» a Barnaba Occhini, a Giovanni Papini. Francesco Venditti, l’eredità è pesante?
«A scuola mi pesava un po’ . Però, ero il figlio di Antonello Venditti, d’ accordo, ma alla fine ho preso 37, poco più del minimo. Non è servito tanto».
Quando ha capito di avere un padre famoso?
«Quando mi sono accorto che i miei compagni, ma anche i loro genitori, erano suoi fans. Mi chiedevano di salutarlo, di incontrarlo».
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- 1 Agosto 2003
"Qual è stata la prima cosa che hai fatto appena tornata dall’Iraq?" Giovanna Botteri, inviata del Tg2 e del Tg3 a Bagdad durante tutta la guerra, non ci pensa molto: "Una doccia calda, un pranzo normale, e tante lavatrici. E poi ho cercato di dormire".
La prima cosa che hai mangiato?
"Cioccolata e prosciutto crudo. Mi ero abituata talmente al basso livello che dopo un po’ a Bagdad rimpiangevo il riso con salsa di fagioli. E’ l’ultimo ricordo commestibile che mi è rimasto".
Hai sofferto per la mancanza di cibo?
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