Nicola Rossi - (letta 5.948 volte)

Quando Massimo D’Alema era segretario dei Ds, e soprattutto quando era presidente del Consiglio, era circondato da personaggi molto potenti che lo indirizzavano, lo aiutavano, lo consigliavano. Era il cosiddetto staff, a capo del quale era Claudio Velardi. Uno di loro era Nicola Rossi, il cinquantaduenne guru dell’economia. Oggi Rossi è deputato. Le sue posizioni sono sempre quelle ultrariformiste. Recentemente ha scandalizato parte della sinistra sostenendo che non tutte le leggi berlusconiane andrebbero cambiate qualora l’Ulivo tornasse al governo.

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Francesco Giorgino - (letta 14.417 volte)

Una gaffe dietro l’altra. Francesco Giorgino, volto emergente del Tg1, non se ne risparmiava una. Prima, al festival di Sanremo: un colpo di adulazione a favore del direttore del Tg2, Clemente Mimun, che sarebbe diventato suo direttore al Tg1. Poi la rissa in diretta con Enrico Mentana durante la quale si autodefinì «il volto di punta del Tg1». Infine l’autopubblicità, sempre al Tg1, della sua comparsata nel film Natale in India. Molti si chiedevano: ma da dove arriva? Come nasce? Chi lo raccomanda? Io avevo cominciato a inserirlo nel Gioco della Torre. «Chi butti, Giorgino o Marzullo?» Buttavano sempre lui. E lui cominciò a innervosirsi. Ogni tanto mi arrivavano messaggi trasversali. Giorgino è seccato, diceva la catena di sant’Antonio del gossip. «Che c’entro io con Marzullo?», si chiedeva. Gli intervistati spesso rispondevano brutalmente, come Serena Dandini («è vivo da due minuti e si sente il più grande giornalista d’Italia»), Iva Zanicchi («è sempre impettito, sembra che abbia ingoiato una scopa»), Antonio Polito («Diventerà direttore: ha la vaselina nel sangue»). Poi un giorno decidemmo di intervistarlo. Ma venni raggiunto da una inquietante telefonata femminile: «Sono l’assistente del professor Giorgino. Il professore non è interessato all’intervista». Pazienza, ce ne faremo una ragione. E Giorgino continuò a salire insieme a Marzullo sulla Torre. Fino al giorno in cui, complice la Mursia, editrice di Dietro le notizie, l’ultimo sforzo accademico del professor Giorgino, arrivò il nuovo messaggio: contrordine compagni, Francesco Giorgino non solo è disponibile, è addirittura lieto. Ed eccomi qui, nel bell’appartamento romano che dà su Largo di Torre Argentina, armato di registratore, davanti al professore che, ve lo dico subito, è simpatico. E sta al gioco. Al Gioco della Torre.

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Teo Mammucari - (letta 20.119 volte)

È il nuovo fenomeno della televisione, Teo Mammucari. Prima, quando era uno delle Jene, prendeva in giro i politici al Parlamento. Poi, con Libero, faceva imbarazzanti scherzi telefonici. Infine ha sbaragliato a colpi di share tutti i concorrenti cavalcando il fenomeno delle veline. «Veline sembra un programma leggero. Ma come lo faccio io è anche intelligente. Scopri una generazione. Conosci realmente come cambia la gioventù, come cambia il mondo, come cambia il progresso, come cambia tutto».

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Erri De Luca - (letta 30.060 volte)

Rivoluzionario. Operaio. Muratore. Scrittore. Alpinista. Io sono «numeroso», ha detto una volta Erri De Luca, 54 anni, oggi semplicemente autore di libri di successo e arrampicatore di difficili vie dolomitiche. Cominciamo da rivoluzionario. Quando, come, perché? Dice: «Ero di Lotta Continua e Lotta Continua era un movimento rivoluzionario. Era un movimento che credeva nelle possibilità rivoluzionarie dell’Italia anni Settanta e che agiva di conseguenza».
Lotta Continua si sciolse nel 1976. Tu andasti a fare l’operaio. Altri cominciarono la loro carriera. Chi nei giornali, chi nell’industria, chi nelle televisioni.
«No, il grande blocco di quelle decine di migliaia che eravamo è rimasto lì, inapplicabile alla vita civile, inutilizzabile per i poteri. Inservibile. Tanti anni di antagonismo ci avevano reso intrattabili e inassimilabili. Molti si sono demoliti con le droghe, altri sono entrati nelle formazioni armate.

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Gianni Vattimo - (letta 12.916 volte)

Come filosofo ha sempre avuto successo, ma come politico è incappato in una trombatura colossale. Alle ultime europee si è presentato con i Comunisti Italiani. E non ce l’ha fatta nonostante fosse un deputato uscente. «Adesso mi sento un po’ meglio», si sfoga Gianni Vattimo, 68 anni, l’inventore del «pensiero debole». «Ma ci sono rimasto male. Mi avevano convinto che avrei vinto tranquillamente e avevo fatto una campagna elettorale molto intensa».

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Daniele Capezzone - (letta 10.114 volte)

«Marco Pannella proietta luce». Lo ha detto Daniele Capezzone, 31 anni, segretario dei Radicali italiani. Momento di delirio da carisma? Visione da pastorella di Lourdes? O solo tentativo di spiegare l’incredibile rapporto tra il Grande Vecchio e le migliaia di giovani che da cinquant’anni vanno ad abbeverarsi alla sua passione e alla sua cultura politica?

Capezzone, che cosa è questa storia di Pannella che vi dà la luce?
«A Sabbé, nun ce provà. L’ha scritto Perna sul Giornale. Io avevo detto un’altra cosa».
Che cosa avevi detto?
«Avevo detto che Pannella è descritto come uno che fa ombra sugli altri e invece è uno che fa luce agli altri».
Un po’ diverso, ma mica tanto.
«È stucchevole questa storia di Saturno che divora i suoi figli. C’è un mucchio di gente, come me, che senza Pannella sarebbe rimasta nell’anonimato.

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Michela Vittoria Brambilla, 37 anni, rossa di capelli, è l’affascinante presidente dei giovani imprenditori di Confcommercio, titolare di aziende di prodotti alimentari, figlia di un industriale di trafilerie. Qualcuno l’ha definita il presidente più sexy d’Italia. Lei è passata dal concorso di Miss Italia alla rappresentanza degli interessi dei commercianti e degli imprenditori del terziario. Tanto per capirci: quelli accusati di evadere l’Iva e di causare l’inflazione. Dice: «Non conosco commercianti che abbiano conti correnti alle Isole Cayman».
Sta dicendo che i conti alle Cayman ce li ha un’altra categoria di imprenditori?
«I poveri dettaglianti non hanno capitali all’estero. Non è tra di loro che bisogna cercare gli evasori».

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Iva Zanicchi - (letta 13.266 volte)

Aveva già comprato il biglietto per Strasburgo. Poi è arrivata la notizia. Non è stata la Zanicchi a battere Gawronski per 152 voti. È stato Gawronski a battere la Zanicchi per 147 voti. Tutto si era svolto all’insegna del fair play. Lui, sconfitto, aveva detto: «Essere sconfitti da una signora è meno doloroso». E lei, vincitrice, aveva detto: «Gawronski è un uomo di classe». Poi il ribaltamento.

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Sergio D’Antoni - (letta 5.668 volte)

Perché un grande sindacalista non diventa mai un grande politico? Qualche settimana fa Ottaviano Del Turco ha dato la sua spiegazione: perché è vissuto come uomo di parte. Questa settimana vado a sentire Sergio D’Antoni, un altro caso da manuale. Da leader della Cisl è stato uno dei più potenti sindacalisti del dopoguerra. Poi ha tentato l’impresa di ricostruire il grande centro democristiano. Ha vagato per un centro disabitato, è approdato in una poco accogliente destra berlusconiana e adesso ha parcheggiato nel partito di Mastella. La spiegazione di D’Antoni è più realista di quella di Del Turco. Dice che i politici non vedono di buon occhio l’arrivo del sindacalista affermato, non accettano che si inserisca automaticamente negli alti livelli.
Il grande sindacalista arriva in politica e dice: «Eccomi qua, sono un leader».

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Giovanni Sartori - (letta 9.147 volte)

È uno dei più famosi e cattivi politologi italiani. Di formazione liberale, è diventato un idolo della sinistra, anche di quella più radicale. Giovanni Sartori, 80 anni, ripercorre, nell’immaginario della gente, la strada di Indro Montanelli. La sua autonomia di pensiero e la sua indipendenza di giudizio lo pongono spesso in contrasto con il mondo di Berlusconi. Tanto basta per farlo diventare un campione della libertà, perfino negli ambienti girotondini. È l’unico italiano che non è mai andato nel salotto di Bruno Vespa. «Non è esatto. Ci sono andato una volta».

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