Piero Chiambretti - (letta 6.948 volte)

“La prima volta fu con una ragazza, si ricordo bene, era una ragazza. Più grande di me: lei 22, io 18. Mi chiese: “Quante volte l’hai fatto?”. Ed io: “Più di te”. L’ho buttata lì. Neanche fossi Humphrey Bogart. M’è venuta bene. Io volevo essere quello che vince. Il piccolo Napoleone del secolo. Ho cominciato tardi. Ma poi ho recuperato. Madonna se ho recuperato. La prima volta fu a casa mia, nella mia stanza. E’ stato come quando sono andato la prima volta a New York. Mi è sembrato di esserci già stato, sembrava un deja vu. Fino a quel momento avevo solo dato dei baci con la lingua approfittando del gioco della bottiglia. Quando andava male baciavo la bottiglia. Diciamo che fino a un certo punto ho baciato più bottiglie che ragazze. La prima volta pensavo che dovevo dare la sensazione che l’avevo già fatto. Aveva delle enormi tette. Non riuscivo a contenerle nelle mani perché avevo le mani piccole. Dovevo essere disinvolto, cioè… diciamo che dovevo trovare subito la via…sì… la via giusta insomma, non sbagliare…”

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Piero Chiambretti - (letta 43.453 volte)

Era una continua provocazione. Piero Chiambretti lasciava sempre a bocca aperta, sia quelli a cui piaceva sia quelli a cui andava indigesto. "Il divano in piazza", "Prove tecniche di trasmissione", "Complimenti per la trasmissione", "Il portalettere", "Tg0", "Il laureato". Irriverente, trasgressivo.
All’assalto dei luoghi comuni, senza rispetto per i potenti, noncurante delle regole della televisione, spesso con una telecamera a spalla e un microfono. Poi la sua ultima trasmissione, "Fenomeni", diversa dalla precedenti.
Deludente anche per i suoi appassionati sostenitori. E infine l’abbandono del teleschermo per il cinema, a preparare la storia autobiografica di uno sfigato in amore, "Ogni lasciato è perso". Rimpiangeremo il Chiambretti che se ne andava in giro armato di microfono a disturbare il manovratore?
"Io non sopporto quelli che usano il microfono come fosse un manganello", esordisce prendendomi in contropiede. Ma come? Non sei tu che hai inventato la televisione d’assalto? Non sono tutti figli tuoi, da Staffelli alle "Iene"?
Parte da questa sorprendente dichiarazione l’intervista a Piero Chiambretti.

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