Ruggero Guarini - (letta 8.963 volte)

Avevo raggiunto Ruggero Guarini, scrittore, giornalista, polemista, uomo di cultura, nella sua bella casa all’ultimo piano di via Ennio Quirino Visconti. Avevamo subito cominciato a parlare con grande complicità tra libri depositati ovunque e continue telefonate. Io domande e lui risposte. Coraggiose, non scontate. Interromperlo era un’impresa. Nei giorni precedenti era stato al centro delle polemiche sulla strage di Primavalle perché era stato lui che aveva contribuito alla stesura del libretto Primavalle: incendio a porte chiuse in cui si era cercato di gettare la colpa sui fascisti. Guarini allora aveva simpatia per l’ultrasinistra. E prima ancora aveva militato nel Pci. Abbiamo parlato veramente tanto, quattro ore, davanti a due registratori, un Sony e un Panasonic, e poi, si era fatto tardi, giù al ristorante, insieme a moglie e cognata, moglie di un giudice di Palermo. Tutti felici e contenti. Sbobino, scrivo, gli mando l’intervista perché gli dia un’occhiata e mi segnali eventuali imprecisioni. Come risposta, mentre il giornale sta per andare in stampa, ricevo il seguente telegramma: «La diffido dal pubblicare l’intervista di cui mi ha mandato copia perché mutila e tendenziosa e comunque non mi ci riconosco. Ruggero Guarini».

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