Roberto D’Agostino - (letta 23.786 volte)

Per alcuni è un pettegolo, un seminatore di zizzania, un superficiale. Per altri è un giornalista libero, informato, coraggioso. La maggior parte dei computer delle aziende e dei giornali italiani hanno il suo sito, Dagospia, perennemente aperto sui loro monitor. Lui, Roberto D’Agostino, incassa 300 mila visite al giorno e anche tante querele. «Soprattutto da altri giornalisti», si lamenta.

Da chi per esempio?
«Dal Corriere della Sera. Ostellino, Folli, Ermini…»

Lo stesso Romiti…

«Con lui ho risolto con una bella cena. Gli altri sono stati tremendi. Io mi aspettavo querele da banchieri, da politici, non da colleghi. E poi che cifre! Condannato a pagare 160 mila euro a Ostellino, per aver scritto che voleva tornare a dirigere il Corriere. Follia».

La rubrica di Dagospia più famosa è Cafonal, la foto-cronaca di Umberto Pizzi delle cene dei salotti romani…
«Il cafonalesimo è la cafoneria trasformata nel massimo rito sociale della comunicazione. Cafonal è l’esibizionismo pacchiano che travolge tutti. Tutti vogliono comunicare agli altri chi vorrebbero essere, tentando di far dimenticare chi sono veramente».

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Sandro Bondi - (letta 7.634 volte)

Ma perché onorevole Bondi quando lei va in televisione è così cattivo, violento, arrogante, crudele. Il Bondi che conosco io è gentile, simpatico, cortese…

“Ci sono due Bondi. Il primo è quello che sono, quello che credo di essere, che sento di essere. Il secondo è un altro Bondi. Quando mi rivedo in televisione mi meraviglio di me stesso. Molta gente me lo dice”.

Che cosa dice la gente?

“Dice: “Ma lei è molto diverso da come appare in televisione. E’ meglio””.

Le televisione non le dona.

“Mi sono fatto triturare dalla tv, dalle innumerevoli piccole dichiarazioni polemiche quotidiane. Troppo spesso sono comparso per pochi attimi, giusto il tempo di dire qualche battuta violenta contro la sinistra, in difesa di Berlusconi”.

E perché l’ha fatto?

“Nei momenti di più aspra contrapposizione ideologica e politica fra la sinistra e Berlusconi io dovevo mettere il mio corpo in mezzo…”

Sparate pure, e colpite me!

“In televisione appaio anche più vecchio. Me lo dicono molte signore”.

Lei non è proprio un ragazzino. Ha quasi 50 anni.

“Io vivo con sofferenza l’esistenza di questo secondo Bondi”.

E allora la smetta di insultare i comunisti.

“Non è sempre così. Ci sono stati dei periodi di grande violenza. Ma li ho sempre alternati, come è nel mio carattere, con la mano tesa, la volontà di dialogo”.

Me li sono persi. Ha definito D’Alema un povero ciabattino…

“No, quello era Della Valle”.

Ma ha detto che D’Alema usa un linguaggio da postribolo…

“Se ho detto una cosa così mi pento”

Continua in libreria, oppure online qui e qui

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