CLAUDIO SABELLI FIORETTI: Che voto ti sei dato come presidente della Repubblica?

FRANCESCO COSSIGA: Una grande insufficienza. Sono stato il peggior presidente della Repubblica nella storia italiana.

Il peggiore?

Assolutamente sì. Sono quello che ha combinato di meno. Ho causato un sacco di guai. Sono stato il peggiore e il più inutile. Sono stato un velleitario. Sono stato dannoso. Ho fatto venir meno la funzione di una delle grandi istituzioni dello Stato. La mia presidenza era priva di qualunque autorità reale.

Perché?

In Italia il presidente della Repubblica o ha una forza politica dietro di sé oppure lo massacrano. E io non contavo nulla.

Tutti parlavano di te…

La mia presidenza è stata interessante. Per i giornalisti. Lo è stata per i linguisti. Sono state fatte due analisi del mio linguaggio, da parte di filologi, con l’aiuto di grandi società come l’Ibm. Clinton mandò un esperto a studiare la tecnica del mio parlare.

Ti aveva candidato De Mita.

Io giudico un grande errore l’avermi eletto presidente della Repubblica e considero una grande colpa non aver rifiutato l’offerta che mi fece De Mita. Quando De Mita mi telefonò per dirmi che mi candidava io ero in Spagna. Feci subito partire un diplomatico da Barcellona sull’ultimo aereo, con una lettera di quattro pagine in cui gli spiegavo perché era un errore farmi presidente.

C’è stato qualche altro presidente pessimo?

Era considerato pessimo Giovanni Leone. Ma adesso l’hanno riabilitato. Giustamente.

Ma secondo te?

Chi ha creato pasticci è stato certamente Gronchi. Volle fare il presidente presidenziale senza esserlo, e senza avere un sufficiente appoggio da parte del suo partito. Deve esser chiaro che in un regime parlamentare non bisogna attribuire incarichi di vertice a persone che non abbiano una propria forza, che non possano contare sul proprio partito o sull’appoggio dell’opinione pubblica.

Tu eri considerato un sovversivo…

Per le cose che dicevo. Ma anche Napolitano è su quella strada lì. Anche Napolitano è un picconatore come me. È anche lui un sovversivo?

Hai continuato a picconare anche dopo… Veltroni il Gatto Felix, con le guance alla zuava, che faceva la guerra al governo D’Alema…

Mi divertivo, ma poi chiedevo scusa. Io non contavo  niente… Per questo mi hanno dato sempre tanti incarichi. Perché non contavo niente.

Troppa modestia. Fai carriera perché non conti niente…

Proprio così. Io sono sempre stato scelto perché non contavo niente, non ero appoggiato da nessuno, non facevo paura a nessuno. Come quando nominano un nero, presidente di una società americana. Lo nominano perché non conta niente. Io sono il nero della politica italiana.

Leggi tutto »

[csf ::: 00:00] [Commenti]
Share
  
Cerca
Protagonisti