Emilio Fede - (letta 6.075 volte)

Nella corsa al recupero di tutto ciò che non sia omogeneizzato, comincia ad ottenere ottimi riscontri di critica il Tg di Emilio Fede. E’ lagnoso, romanzato, piagnucoloso ma ha una sua identità, è riconoscibile nella marmellata delle news. Un risultato considerevole per un giornalista nato nella Rai della lottizzazione.

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Ugo Intini - (letta 5.889 volte)

Lei mente mai?

Io non mento mai. Posso essere reticente. Posso non dire. Ma non mento.

Che cosa pensa del giornalismo italiano?

Mi piacerebbe un giornalismo più analitico e meno militante. In Italia ci sono tante anomalie strutturali e di comportamento. L’anomalia strutturale è la proprietà industriale e quella dei giornali coincide. L’anomalia di comportamento è che alcuni giornali sono protagonisti della lotta politica.

Quali?

La Repubblica e il Giornale di Montanelli. Scalfari e Montanelli direttori all’antica, padroni, mattatori che ricordano gli Scarfoglio, i vecchi direttori dell’ottocento che non solo incrociavano la penna ma anche la spada in una rissa continua con tutti.

Gli altri?

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Luciano Benetton - (letta 3.446 volte)

La raccolta dei vestiti usati nei cinquemila negozi Benetton disseminati in tutto il mondo è già cominciata da giorni. Una gigantesca operazione umanitaria concordata con la Caritas e con la Croce Rossa internazionale. Ma dei vestiti che finiranno addosso ai poveri del Terzo Mondo si è parlato e si parla tuttora molto poco. Il dibattito si è subito concentrato sull’immagine che serviva a lanciare la campagna: Luciano Benetton, grande capo dell’azienda di Ponzano Veneto, senatore repubblicano, fotografato da Oliviero Toscani, nudo, con le mani pudicamente raccolte a coprirsi proprio là, e la scritta: “Ridatemi i miei vestiti”.
– Che cosa ha detto sua madre quando ha visto il suo bambino nudo?
Non l’aveva vista.Lei non compra i quotidiani, ho dovuto mandarle un fax.
– E allora?
Beh, è un po’ preoccupata. Perché ha sentito i telegiornali.
– Preoccupata ma non scandalizzata…
Anche un po’ scandalizzata. Ha detto: “Ma come, alla tua età?”.

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[csf ::: 09:16] [Commenti]
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Giovanni Minoli - (letta 20.791 volte)

Gianni Minoli ha ormai superato le cinquecento puntate di Mixer. Ha al suo attivo decine di programmi di successo come capostruttura, da “Aboccaperta” a “Quelli della Notte”. Con “Sette” ha accettato di parlare dell’attuale momento della televisione pubblica e privata.

Che cosa pensi dei telegiornali?

Il Tg 1 di Vespa è partito con delle intenzioni ottime. Poi si è fermato, è rimasto in mezzo al guado. Il Tg 3 è il compatto, può giocare di rimessa su tutto. Curzi è riuscito a costruire una squadra. Il Tg 2 è quello che ha maggior bisogno di riprogettarsi.

Forse perché il Psi è il partito che maggiormente soffre in questo momento?

Non so. Che il Psi soffra in questo momento è sicuro. Che ciò si riverberi dentro il Tg 2 non lo posso sapere.

Chi nomina il direttore della Rete Due 2?

Io credo che oggi nessuno sia in grado di nominare nessuno.

Alla stessa domanda, tempo fa, rispondesti senza tentennamenti Craxi. Perché adesso la risposta è diversa?

No, non è diversa. Certo sarebbe sempre Craxi a nominarlo. Ma le mediazioni, le riflessioni che lo porterebbero alla decisione credo che dovrebbero essere più complete.

Tu sei socialista…

Io ho avuto ed ho un rapporto di grande amicizia, umana ed intellettuale, con Claudio Martelli che considero uno dei politici più atipici che esistano in Italia. Quando ho incontrato Martelli non era nessuno, era agli inizi della sua carriera politica.

Adesso Martelli sta prendendo le distanze da Craxi. Come risolvi questo problema?

E’ un problema loro, non mio. La logica per la quale uno si può sentire più vicino a Martelli o a Craxi è una logica tribale.

Eppure è la logica seguita da tutti…

Ma io non l’ho mai accettata. Forse è per questo che non sono diventato mai direttore di niente.
Comunque ci si schiera…

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[csf ::: 20:37] [Commenti]
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Andrea Barbato e Barbara Palombelli. Ogni domenica, su Rete Tre, parlano, intervistano, discutono. Lui ex parlamentare del Pds, lei ex sessantottina e moglie del radical-verde Rutelli. Tutti e due legati al mondo di "Repubblica". Lui fu tra i fondatori. Lei ci e’ approdata recentemente.
Eppure la prima critica e’ arrivata proprio da li’, da quel Beniamino
Placido che ormai e’ soprannominato Beniamino "Acido" per le sue critiche al vetriolo. "Acido" ha notato soprattutto la minigonna di Barbara, non la sua professionalita’, e ha proposto uno scambio con la Parietti. Poi e’ arrivata Norma Rangeri che, sul "Manifesto", li ha attaccati sostenenfo che avevano intervistato La Malfa in ginocchio. E’ un segno della sinistra sempre inquieta, di questi nuovi tempi crudeli in cui ci si sbrana fra amici?

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Giampaolo Pansa - (letta 9.492 volte)

L’inchiesta di copertina del Nouvel Observateur di un paio di settimane or sono si intitolava: "I giornalisti sono bugiardi?". Giampaolo Pansa, condirettore dell’Espresso, ha scritto un libro ("I bugiardi") sulle menzogne di politici e della stampa. A lui abbiamo chiesto di rispondere alla domanda del settimanale francese.

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Giuliano Ferrara - (letta 9.526 volte)

Ha in mano una lisca di pesce e un grande osso spolpato. Il suo grosso corpaccione fuoriesce da un grosso bidone di immondizia. Così, provocatoriamente, Giuliano Ferrara pubblicizza la nuova serie della sua "Istruttoria".

Allora Ferrara ammetti di essere il campione della tv spazzatura?

Ci sono due tipi di tv spazzatura. Il primo è quello della tv patinata, ricca. La tv per famiglia, l’intrattenimento crudo, senza mai un tentativo di divertimento, ironia, intelligenza. E’ la tv della bassezza triviale.

Chi per esempio?

Domenica In, Buona Domenica. Rai 1 è un capolavoro di tv spazzatura. Piena di grandi professionisti, intimamente, coerentemente volgari.

Mentre la Fininvest…

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Lea Massari - (letta 82.803 volte)

Lola e Pompeo, una bastardina e un pechinese, le zampettano attorno nella sua villetta in Sardegna, a picco sul mare davanti all’isola della Tavolara. Anna Maria Massetani, più famosa come Lea Massari, una delle attrici italiane più brave, più belle e meno sfruttate (L’avventura di Antonioni, Una vita difficile di Risi, Un soffio al cuore di Malle, Allonsanfàn dei fratelli Taviani) ormai è in pensione. Ha 59 anni e si dedica quasi esclusivamente ai suoi amici cani. A proteggerli, a sistemarli, a curarli, a difenderli dai loro padroni.

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Domenico Modugno - (letta 11.192 volte)

Canterà a Caracalla. Sarà il suo rientro, in Italia, dopo l’ictus che lo colpì a Milano mentre registrava per la televisione "La luna nel pozzo". Domenico Modugno, mister Volare, il cantante che ha contribuito a rivoluzionare la canzone italiana, uno dei cantautori più prolifici, ha deciso che può tornare ad affrontare il pubblico italiano e lo farà nel tempio della lirica, alle Terme di Caracalla. Ricorda quel giorno di tanti anni fa quando lo colpì l’ictus cerebrale: "Inciampavo da tutte le parti, cadevo, mi appoggiavo. Le telecamere registravano. Io ero vigile ma andavo continuamente fuori inquadratura. Allora chiesi a Susanna Messaggio di aiutarmi, di riportarmi in inquadratura tutte le volte che uscivo. Io sbarellavo e lei mi tirava un po’ e allora io continuavo".

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Ettore Bernabei - (letta 23.070 volte)

Per i sinceri democratici era come il diavolo. Grande capo della Rai negli anni fra il 1961 e il 1974 era considerato un censore, un sessuofobo, un accentratore, un oscurantista, un dittatore. Oggi, che ha 71 anni, lo rivalutano tutti, quelli della sinistra in testa, da Walter Veltroni ad Andrea Barbato.
"Bisogna stare attenti", dice prudentemente Bernabei che oggi dirige una società di produzione di programmi televisivi, la Lux. "Parlano bene della mia televisione solo per parlar male di quella di oggi". Con "Sette" Bernabei ha accettato di parlare delle differenze fra la tv di ieri e quella di oggi. E soprattutto di ciò che non gli piace nei programmi che vanno in onda attualmente.

Oggi c’è troppo sesso e c’è troppa violenza.

Perché?

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