Michele Santoro - (letta 10.282 volte)

Santoro si’? Santoro no? Il tormentone dura da tempo, da quando il famoso diktat bulgaro di Silvio Berlusconi fu prontamente eseguito da Agostino Saccà. Ora che a capo della Rai ci sono Lucia Annunziata e Flavio Cattaneo le cose non sono cambiate. Santoro simbolo della libertà di stampa e delle prove tecniche di regime o Santoro esempio di arroganza e di giornalismo di parte?

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Emanuele Macaluso - (letta 11.156 volte)

«Em. Ma.» non è una donna. E’ un vecchio e distinto signore che ha contribuito a fare la storia del Partito comunista italiano, Emanuele Macaluso (Em. Ma., dalle sue iniziali appunto). Non un ortodosso, spesso un eretico, quasi sempre un rompiscatole pronto a dire la sua su tutto anche a costo di andare contro la linea del partito. Em. Ma. è il suo «nome de plume» con il quale firmava i suoi corsivi sull’Unità e adesso firma la sua rubrica sul Riformista. Em. Ma. è riformista, anzi migliorista, due aggettivi che una volta erano offensivi. Oggi sono tutti riformisti, come sono tutti liberali, specie a sinistra, salvo poi spezzare il capello in dodici pur di essere divisi. Lo stesso Riformista, il giornale arancione diretto da Antonio Polito, è attaccato più da sinistra che da destra. Sergio Cofferati lo ha definito «il succedaneo arancione». Come dire che l’originale è Il Foglio e il Riformista è solo una scopiazzatura. Giovanna Melandri ha detto che non lo legge, perché deve leggere Il Foglio. Meglio un nemico intelligente che un amico stupido.

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Antonio Ricci - (letta 18.187 volte)

Giorgio Bocca, Enzo Biagi e Indro Montanelli si radunavano in gran conclave, un giorno all’anno, e stabilivano chi era il giornalista più bravo. Oggi Indro Montanelli non c’è più. Ma il premio «? giornalismo», inventato da Giancarlo Aneri, continua a laureare il meglio che c’è nel mondo dell’informazione. Notevole sorpresa quest’anno quando alla lista dei «grandi», ai nomi di Gian Antonio Stella, Gianni Riotta, Curzio Maltese, Natalia Aspesi, Ettore Mo, Claudio Rinaldi, Altan, è stato aggiunto il nome di Antonio Ricci, il creatore e direttore di Striscia la notizia. E cos? Antonio Ricci è stato trattato dai grandi vecchi del giornalismo italiano non come un autore di satira ma come il direttore di un vero e proprio telegiornale. Una provocazione?

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Alfonso Signorini - (letta 57.760 volte)

Scrivere della vita privata dei personaggi famosi è giornalismo? Per Alfonso Signorini, giornalista di Panorama, non ci sono dubbi. “Esiste il gossip ed esiste il pettegolezzo”, dice. E la differenza? “Il pettegolezzo distrugge. Il gossip costruisce”. Lui, naturalmente, è il principe del gossip. Quindi tocca a lui spiegare. “Il gossip costruisce perché distrae e allieta. Ha anche una funzione terapeutica”.

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Filippo Facci - (letta 33.117 volte)

Filippo Facci è un giornalista un po’ anarchico, molto litigioso, pronto ad accapigliarsi con tutti, anche con i suoi amici e con i suoi direttori. La gente lo considera di destra, lui si considera fuori del coro. E’ stato molto vicino a Craxi, al Craxi perdente, morente. Oggi è un dipendente Mediaset e un collaboratore del Giornale. Ma quando vuole scrivere delle cose un po’ diverse, chiede ospitalità al Foglio. Una volta mi azzardai a scrivere delle cose su Craxi. Non l’avessi mai fatto. Scrisse sei articoli consecutivi contro di me.

Perché sei così reattivo se ti toccano Bettino?

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Giovanna Melandri - (letta 13.519 volte)

Quando diventò ministro della Cultura le battute maschiliste si sprecarono. La leggenda dice che perfino Giovanni Agnelli si lasciò andare a un commento perfido e poco elegante. «Giovanna Melandri? Al massimo le farei fare la segretaria, ma la segretaria di un altro». Una bella donna in un posto di potere è come uno schiaffo per l’establishment. Ci si dimentica buona educazione, galanteria, adulazione, anche buon senso. Giovanna, ti ferì molto la battuta dell’Avvocato? «No. Mi avrebbe ferita se fosse stata vera. Mi telefonò personalmente per smentire di averla mai pronunciata e per chiedermi scusa dell’involontario coinvolgimento».

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Franca Chiaromonte - (letta 17.937 volte)

Sei felice che la tua amica Annunziata è presidente della Rai? «Felicissima. Ma non solo perché è un’amica. Perché è una donna». Sai che novità? Il solito solidarismo femminista? «Esiste una grinta femminile sparsa per il mondo. Va solo riconosciuta. A Lucia non fa paura il confronto col potere». Nella nomina del direttore generale, però, sembrerebbe aver ceduto. «La vita come la politica è fatta di mediazioni». Franca Chiaromonte, deputata Ds, figlia di quel Gerardo che fu numero due del Pci ai tempi di Enrico Berlinguer, è una delle fondatrici di Emily, l’associazione che vorrebbe insegnare alle donne a farsi largo nella giungla della politica.

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Lodovico Festa - (letta 19.541 volte)

Una volta il suo lavoro era cercare di convincere i liberali a diventare comunisti. «Ero un creatore di voltagabbana», dice Lodovico Festa, condirettore di Finanza e Mercati, che dopo una carriera da funzionario del Pci, oggi vota Forza Italia. «Nel Pci lo chiamavamo "lavoro culturale". Far cambiare idea alla gente».

Spiega meglio.
«Contattavo giornalisti e professori universitari che avevano fama di moderati e cercavo di farli diventare amici del Pci».
Nomi?
«Ci mancherebbe altro».
A che cosa serviva il tuo lavoro se non veniva reso pubblico?
«A creare nuove maggioranze nei comitati di redazione dei giornali e nei consigli di facoltà».

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Sandro Bondi - (letta 7.644 volte)

Ed eccomi di fronte al campione italiano di adulazione, Sandro Bondi, portavoce di Silvio Berlusconi. Avevo criticato le sue frasi di cieca ammirazione per il Cavaliere a Ballarò. Tipo: «La Casa della Libertà non ha un padrone, ha un leader che ha sopportato una incredibile persecuzione giudiziaria. È riuscito ad andare avanti solo per l’amore che ha per questo Paese». E lui mi aveva risposto con una e-mail gentilissima. «I giudizi su Berlusconi li ritengo espressione della mia libertà intellettuale e politica, oltre che del mio sincero affetto per una persona con cui lavoro ormai da oltre 10 anni». Non restava che incontrarci. E adesso stiamo passeggiando per il parco di Villa San Martino, la villa del Cavaliere, dove Bondi, che si è trasferito ad Arcore, ha il suo ufficio. Faccio il giornalista cattivo e sardonico.

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Andrée Ruth Shammah - (letta 11.082 volte)

Il contestatissimo libro di Asor Rosa che ha turbato la comunità ebraica italiana, lei, Andrée Ruth Shammah, ebrea, regista, lo ha presentato nel suo teatro milanese, il Parenti, ex Pierlombardo. Spiega: «Il libro non l’avevo letto e non lo leggo. Non mi piace la visione, che una gran parte della sinistra comincia a dare per scontata, che Israele sia la punta avanzata della macchina da guerra occidentale. Adoro il pensiero ebraico che ad ogni domanda risponde con un’altra domanda. Sono pericolosi quelli che hanno certezze, quelli che hanno le letture globali. E siccome odio le semplificazioni mi sono detta: non facciamo lo stesso errore. Sentiamo che cosa ha da dire Asor Rosa che è uomo intelligente e colto».

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