Alessandra Mussolini - (letta 8.383 volte)

Anche i più strenui difensori della libertà di cambiare idea non possono non notare che di questo diritto si fa un certo abuso, a volte. Soprattutto quando cambiano le maggioranze politiche o le egemonie culturali e scoppiano le transumanze. Alla presentazione del libro di Pia Luisa Bianco, Elogio del voltagabbana, Cesare Romiti ha ricordato che per i parlamentari esiste un istituto piuttosto desueto ma ancora apprezzabile nel caso che cambino idea: le dimissioni. Paolo Mieli, per evitare l’uso militare, poliziesco e punitivo della parola «voltagabbana», ha proposto che il cittadino intellettualmente onesto la riservi a coloro che cambiano idea andando verso di lui, evitando di usarla nei riguardi di coloro che da lui si allontanano. Questo perché – ha fatto notare Mieli – voltagabbana è un’arma usata dalla sinistra nei confronti di chi si sposta a destra, mentre chi fa il percorso contrario è un convertito, uno che vivendo nel male ha scoperto finalmente il bene. È vero questo? Sono andato a controllarlo da Alessandra Mussolini, una signora notoriamente di destra, deputato di An, molto poco attenta alla disciplina di partito, pronta a difendere le sue idee con grande decisione, sia che si tratti di menar le mani con la sinistra che con la destra.

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Susanna Torretta - (letta 4.618 volte)

E’ diventata un personaggio. Susanna Torretta, bella trentenne di Portofino, amica di Francesca Agusta, presente la tragica notte dell’8 gennaio scorso quando la contessa precipitò dalla scogliera, è entrata nel circo mediatico. Capital, Chiambretti, Panorama, Iva Zanicchi, «Quelli che il calcio», il professor Zecchi, Bruno Vespa.
Tutti la vogliono. E lei non si nega.

«Ho sempre vissuto la vita così come viene. A maggior ragione lo faccio oggi, dopo l’ esperienza della perdita di Francesca. Finché mi invitano alle trasmissioni, vado e mi diverto. Quando non mi inviteranno più, pazienza».

Anche nuda su Capital? Ci manca il calendario…

«Capital l’ ho fatto come una sfida. Per poi poterlo conservare. Quando avrò una certa età lo riguarderò con nostalgia».

E Chiambretti?

«Da Chiambretti è stata una gag. Che cosa si prova dal niente a diventare una ragazza-copertina? Ha chiamato me proprio per il precedente di Capital. In trasmissione mi ha chiesto: “Si spoglierebbe?” Io ho detto: “Perché no?”. E mi sono tirata giù dieci centimetri di lampo. Era tutto combinato, naturalmente. Mi sono divertita e mi è servito per togliermi di dosso questo velo da dark lady che mi hanno appiccicato».

Era stata anche da Simona Ventura, a «Quelli che il calcio»…

«La prima domenica come ospite in studio a guardare Inter-Lecce. La seconda allo stadio Meazza a fare la telecronaca di Milan-Piacenza».

Lei è milanista?

«No, sono interista, ma sono affezionata anche al Milan perché mia mamma è milanista».

Come è stata presentata?

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Alena Seredova - (letta 8.007 volte)

Adriana Sklenarikova, slovacca. Eva Herzigova, ceca. Per loro l’Italia è diventata l’America. Wonderbra, Sanremo, Domenica In, Salemme. Ora tenta la fortuna Alena Seredova, ceca, 23 anni, Dea della Fortuna di Panariello. E sembra che ci riesca. Dall’alto del suo 1,80 di statura.

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Valerio Morucci - (letta 11.180 volte)

Tre interviste, in queste stesse pagine, in cui oltre che di voltagabbana si è riparlato dei tragici avvenimenti dell’assassinio di Aldo Moro. Prima Lanfranco Pace, l’uomo della trattativa fra socialisti e Brigate rosse, colui che faceva avanti indietro tra Signorile e il duo Faranda-Morucci. Poi Claudio Signorile, il vicepresidente del Psi che si oppose alla linea dura di Dc e Pci. Poi Adriana Faranda che recapitava per le Br le lettere di Moro. Qualche nuovo pezzo di verità: è stato Germano Maccari a uccidere Aldo Moro, erano frequenti gli incontri fra Pace e i brigatisti, i telefoni di Signorile erano sotto controllo, erano state le Br a chiedere il contatto. Non mi restava che andare a parlare con Valerio Morucci. «Su quello che avrebbe detto Maccari a Pace non posso dire molto perché Maccari a me questo racconto non lo ha fatto», dice subito Morucci.

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Ernesto Galli della Loggia - (letta 10.805 volte)

Il libro di Pialuisa Bianco, Elogio del voltagabbana, sta girando l’Italia in una serie di presentazioni che coinvolgono Francesco Cossiga, Sergio Romano, Antonio Martino, Cesare Romiti. E sui quotidiani firme importanti. Paolo Mieli lo esalta sulla Stampa, Eugenio Scalfari lo rintuzza sulla Repubblica. Sullo stesso concetto di fondo, voltagabbana come sintomo di democrazia, si può discutere a lungo. Lo faccio con Ernesto Galli della Loggia, per fare un po’ d’ordine.

Partiamo dal titolo: Elogio del voltagabbana. Due parole di segno opposto, una è positiva, l’altra è negativa.
«Tutti cambiano idea. Il problema è il modo e l’intenzione».
Problema non da poco.
«Disgraziatamente l’intenzione è una di quelle cose che non si possono indagare».
Appunto.
«Quando Dario Fo ha smesso di essere un repubblichino di Salò ed è diventato un democratico, perché lo ha fatto?

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Paola Barale - (letta 20.662 volte)

Chi l’ha vista? La foto di Paola Barale campeggiava nello studio della trasmissione di Piero Chiambretti. Ed era diventata un tormentone. Da giugno, dall’ultima puntata di Buona Domenica, Paola Barale era praticamente scomparsa. Che stava facendo? Perché aveva lasciato il gruppo di Maurizio Costanzo? Meditava di abbandonare Mediaset per approdare alla Rai? Pensava a Sanremo? “Ho parlato con lei proprio ieri”, spiega Pippo Baudo. “Lei tiene molto a Sanremo. Ma per ora è solo una delle candidate. Insieme a Giovanna Mezzogiorno, Manuela Arcuri, Sabrina Ferilli, Alessia Marcuzzi. Vedremo”. Lei è ancora più criptica. Il fatto che abbia fatto un’ospitata da Panariello vuol dire che c’è un pour parler con la Rai? “L’ho letto anche io. Si dicono tante cose”. E Sanremo? Gliel’hanno offerta? “Lei vuole sapere troppe cose”.

Anche Chiambretti era preoccupato per lei.

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Fiorella Kostoris Padoa Schioppa - (letta 37.446 volte)

Fiorella Kostoris Padoa Schioppa, nome un po’ complesso che racconta radici straniere ma anche un matrimonio con Tommaso Padoa Schioppa, grande personaggio dell’economia e della finanza italiana. Non racconta, almeno finora, la carriera straordinaria di una donna arrivata ai vertici in un settore, quello dell’economia, tradizionalmente riservato al genere maschile. Docente universitaria, presidente dell’Isae, l’Istituto pubblico di analisi e previsioni economiche, consulente del gabinetto del premier francese Jospin, che le ha appena conferito la Legion d’honneur, ma anche della Fondazione tedesca Konrad Adenauer. Fiorella Kostoris Padoa Schioppa non compare quasi mai sui giornali. Il mese scorso, improvvisamente, e anche impropriamente, è entrata nelle cronache mondane in occasione dell’inaugurazione della sua nuova casa, attico e superattico nel ghetto di Roma. Raccontavano le cronache che il ministro Tremonti, arrivato con l’imbucato Bossi e trovandosi di fronte l’odiato Visco, avesse protestato con la padrona di casa bipartisan. E che, di rimando, Fiorella gli avesse contestato l’arrivo inaspettato di Bossi. Una querelle per ministri. Signora Kostoris Padoa Schioppa, parliamone.

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Isabella Ferrari - (letta 10.205 volte)

Aveva cominciato vincendo un concorso per ragazzette carine, Miss Teenager. Isabella Ferrari, in realtà Isabella Fogliazza, allora aveva 15 anni. Poi era finita in quegli spettacoli televisivi del nulla inventati da Gianni Boncompagni, “Sotto le stelle”. Poi l’aveva scoperta Vanzina e l’aveva fatta diventare famosa nel primo dei film che aprirono il filone delle commedie vacanziere, “Sapore di mare”. Sembrava destinata allo spettacolo superficiale, ai filmetti di cassetta che non lasciano traccia. Si ribellò. Cercò i film di autore, emigrò in Francia, vinse perfino una Coppa Volpi a Venezia. Col risultato che tutti la dimenticarono. Poi la tv popolare, Distretto di polizia. Su e giù. Tanti amori. Gianni Boncompagni, Roberto Rossellini, Paolo Pazzaglia, Francesco Nuti, Massimo Osti, Renato De Maria. Tre figli a 37 anni. “Una vita come un rock and roll. Basta leggere le mie interviste, ne ho fatte centinaia. Ma non ce ne è una in cui, rileggendola, mi sia scoperta intelligente”, si lamenta. Colpa di chi? “Colpa mia. Ho dato troppe interviste, troppe anche quando ero ragazzina. Mi sono buttata via tra domande e risposte. Mi piacerebbe poter scegliere le persone con cui conversare”. Speriamo bene.

Perché ha scelto questo nome d’arte così banale?

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Piero Fassino - (letta 28.172 volte)

Prigioniero di una logica di apparato, incapace di accogliere fino in fondo la sfida dell’innovazione e della modernizzazione. Ecco il ritratto, in due righe, del prossimo segretario dei Ds. È stato Fabrizio Rondolino, ex uomo immagine di D’Alema, su Sette del 13 settembre, a scrivere questa impietosa definizione di Piero Fassino. Reagisce Fassino: burocrate a me? Espressione della nomenklatura a me? «Rondolino è un amico», dice. «Ma quello che ha detto è proprio falso. Tutta la mia storia politica testimonia continui atti di rottura».

Facciamo degli esempi?

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