Lanfranco Pace - (letta 39.323 volte)

Erano un terzetto. Piperno, Scalzone e Pace. Legati dalla militanza in Potere Operaio e in Autonomia Operaia. Legati anche dalla considerazione dei giudici che li sospettarono di appartenenza alle Brigate Rosse e li ritennero responsabili, come minimo, di associazione sovversiva e banda armata. Legati dalla comune latitanza in Francia. Oggi Franco Piperno fa l’assessore in Calabria, Oreste Scalzone latita a Parigi e Lanfranco Pace lavora al Foglio, il giornale di Giuliano Ferrara. Di aver fatto parte delle Br Pace continua a negarlo. Anche se racconta di esserci andato molto vicino. Ma mentre molti dei suoi ex compagni di militanza, Bruno Seghetti, Valerio Morucci, Alvaro Lojacono, Adriana Faranda, Barbara Balzarani, Germano Maccari, scivolarono nella china della banda armata, lui no. La clandestinità non faceva per lui. Lui amava la notte, il poker, la vita.

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Furio Colombo - (letta 19.066 volte)

"Primo ministro esentasse offresi", "D’ora in poi i reati li decide Berlusconi", "Scajola ministro incompetente e pericoloso". Da quando è tornata in edicola, l’Unità è un giornale violento, aggressivo, spara titoli che sembrano quelli del manifesto e pubblica editoriali al vetriolo. È l’effetto della politica della contrapposizione? O la ricerca di una fetta precisa di mercato? La destra dice che sono i soliti comunisti, che l’Unità è un giornale gruppettaro. Niente di tutto ciò. È la scuola americana. Dice Furio Colombo, direttore insieme ad Antonio Padellaro della nuova versione del giornale: "Non è ideologia né politica. È la lezione dei diritti civili. Me l’ha insegnato Martin Luther King: i diritti civili o ci sono o non ci sono. E quando non ci sono, lo diciamo con forza". Furio Colombo è un signore gentile, educato, mite, prudente, pieno di buon senso, che parla flautato e sottovoce.

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Ferdinando Adornato - (letta 7.897 volte)

In questa inchiesta sugli anni della gavetta, sui voltagabbana, sui conti col passato ogni tanto compare lui, Ferdinando Adornato, comunista quando era giovane, berlusconiano ora che ha una certa età. Guido Quaranta, dell’Espresso, gli ha dato la medaglia d’oro nel triplo salto mortale per come era partito dall’Unità per approdare al Giornale. Massimo Gramellini, della Stampa, ha ricordato di aver perso il suo saluto dopo aver raccontato i suoi molteplici passaggi politici (Adornato come Picasso: il periodo blu, il periodo rosso, il periodo verde). Adornato, uomo di mondo e con grande senso dell’umorismo, aveva abbozzato. Poi Barbara Palombelli ha rincarato la dose, nominandolo “re dei voltagabbana” e spiegando che “aveva lucrato sia con la sinistra che con la destra”. A questo punto Adornato, che nel frattempo è stato eletto con Forza Italia ed è stato nominato presidente della Commissione Cultura, mi ha telefonato e ha chiesto di intervenire per motivi personali. “Confesso: l’intervista l’ho chiesta io”, comunica ai lettori di Sette. “Voglio dare una notizia. Io che non ho mai querelato nessuno perché le querele mi fanno ridere, ho deciso questa volta di cambiare comportamento”.

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Ombretta Colli - (letta 13.015 volte)

Facevano parte dell’iconografia della sinistra italiana. Lei, Ombretta Colli, cantante e attrice, molto impegnata sul fronte del femminismo. Lui Giorgio Gaber, cantautore, fustigatore dei vizi della borghesia, adorato dai giovani progressisti che correvano a vedere i suoi spettacoli. Oggi lui fustiga i vizi della sinistra italiana. E lei, folgorata sulla via di Arcore, è diventata una delle politiche più impegnate di Forza Italia. Deputata, europarlamentare, assessore comunale, è attualmente presidente della provincia milanese.

Ombretta, la sinistra vi ha deluso, ma anche voi avete deluso la sinistra. Eravate una bandiera.

Io non sono mai stata di sinistra. Per me era un’etichetta appiccicata.

Non votava a sinistra?

Io ho avuto dei voti molto alternativi e ho sempre sostenuto che un cittadino premia e punisce.

Ha votato di tutto?

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Susanna Torretta - (letta 14.892 volte)

Era una strana grande famiglia. La contessa Francesca Vacca Agusta, anni, il suo ex amante Maurizio Raggio, anni, il suo compagno messicano Tirzo Charazo, detto Tito, anni, la sua carissima e giovane amica Susanna Torretta, 29 anni. Vivevano, tra alti e bassi, nella splendida villa Altachiara, a Portofino. Fino a quando Francesca Agusta precipitò per 80 metri sulla scogliera sottostante.

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Sandro Curzi - (letta 17.213 volte)

Telekabul, simbolo di un Tg schierato, di parte. Quando Giuliano Ferrara inventò quella definizione spregiativa, per il Tg3 di Alessandro Curzi arrivò un successo travolgente. Curzi il comunista, senza nessuna macchia nel passato, falce e martello fin da quando portava i calzoni corti. Nessun cedimento. Se è vero quello che dicono i voltagabbana, cioè che soltanto i cretini non cambiano idea, Curzi è il Cretino ad honorem. Felice di esserlo, perché la sua idea della coerenza è diversa da quella corrente. Comunista ma non intollerante. Anzi, amico di molti della destra. Da Giorgio Almirante a Emilio Fede.

Curzi, sei comunista ancora oggi? La storia non ha scalfito le tue certezze?

Sempre comunista. Ed è molto faticoso oggi essere comunista.

Ci sono stati tempi peggiori.

Hai ragione. Era peggio negli anni Cinquanta. Oppure quando si finiva in galera. Ma adesso si è considerati dei rimasugli del passato.

Vecchi da panchina…

Noi comunisti siamo di estrema attualità. Marx diceva: proletari di tutto il mondo unitevi. E invece si sono uniti i ricchi, i finanzieri. E’ la globalizzazione.

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Sandra Mastella - (letta 6.575 volte)

La signora Sandra Mastella è un mito. Cucina come uno chef, lavora, fa comizi, organizza festival, fa le pubbliche relazioni per il suo Sannio e ogni tanto qualcuno la dà in corsa come sindaco di Benevento. Di lei non si parla moltissimo. Quel giusto che si deve a una moglie bella e intelligente di un leader politico di livello nazionale. Peccato che non si preveda a breve una candidatura di Clemente Mastella a premier. Avremmo anche noi una grande Hillary.

Signora Mastella, è vero che è una strega?

Benevento è un luogo di sabba, di riti, di leggende, di balli sotto il noce. E io mi sento abitante di Benevento.

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Gigi Marzullo - (letta 16.728 volte)

"Sono stanco di essere criminalizzato". La telefonata arriva in redazione un po’ a sorpresa. Gigi Marzullo, l’uomo della Mezzanotte, non ce la fa più a sopportare le frecciate dei critici che lo accusano di essere il campione della banalità. Aldo Grasso, nell’intervista rilasciata a "Sette", critica perfino quelli che si fanno intervistare da lui. La misura è colma. Marzullo chiede educatamente udienza. Vuole essere lui in prima persona a spiegare che cos’è la marzullite. "Ho intervistato mille persone finora. "Mezzanotte e dintorni" ha avuto una media di 300 mila spettatori a puntata. Trecento milioni di spettatori in tutto. La gente fa la fila per venire al mio programma. E alla fine mi ringrazia. Solo i critici continuano a tormentarmi. Perché?".

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Pippo Baudo - (letta 23.622 volte)

Storia di una risurrezione. Di una doppia risurrezione. Pippo Baudo: due volte nella polvere e due volte sull’altare. Adesso, per sua fortuna, è sull’altare. E mi racconta come è andata. Come è triste finire a terra come una ruota sgonfia. Come è rivelatore dei veri valori della vita e dei veri amici. Parliamo degli anni della gavetta, naturalmente, e dei voltagabbana.
Ma quello che segue è lo sfogo di un presentatore che la gavetta la fa in continuazione e ogni volta comincia da zero. E che i voltagabbana se li vede passare accanto, un giorno salutando festosi e il giorno dopo facendo finta di non vederlo.

Pippo, che cosa significa baudismo?
"Essere sempre presente, apparire troppo in televisione".
E tu apparivi troppo?
"Nulla in confronto a quello che avviene oggi. I baudisti sono altri. Strisce quotidiane non ne ho mai fatte. Non le reggo dal punto di vista fisico. Lerner, Biagi, Vespa sono eroici, hanno una forza superiore".

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Francesco Cossiga - (letta 7.957 volte)

SAN PAOLO E’ IL PROTETTORE DEI VOLTAGABBANA. HA CAMBIATO IDEA SULLA VIA DI DAMASCO

Il 13 gennaio 2001, alle 9,30, al Baglioni Carlton di Milano, incontro Francesco Cossiga, vecchio volpone della politica italiana, uno che ha coperto tutti i posti chiave dello Stato, che ha conosciuto tutti i fasti e tutte le miserie della politica italiana. Francesco Cossiga, ai tempi in cui cominciavo questo mestiere, veniva scritto sui muri con la K. Kossiga. Qualche volta con le svastiche al posto delle due "S". Adesso molti di quelli che giocavano con la "K", siedono con lui in Parlamento, dirigono giornali, sono dei maitre a penser della destra. Hanno cambiato idea. Ho il sospetto che sia stato lui a sollecitare questa intervista affinché si parli anche della sua ultima idea, le cravatte dei Quattro Gatti che ha fatto fare, artigianalmente, dal suo amico Eddy Monetti. Quattro Gatti sta per la frase che viene usata sempre per dire il seguito politico che ha l’ex presidente della Repubblica. E infatti dietro la mia intervista, su Sette, seguirà un pezzo sulle sue cravatte.

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