Catherine Spaak - (letta 39.769 volte)

Affascinante? Fredda? Sexy? Ipocrita? Catherine Spaak ha fatto parte dei sogni erotici degli italiani. Aveva 16 anni quando interpretò la splendida ninfetta che stimolava la voglia matta di Ugo Tognazzi nel film di Salce. Oggi che ha 56 anni la gente la ricorda soprattutto signora per bene, conduttrice per quindici anni del salotto di Harem con continue puntate su sesso ed eros. Da quest’anno, per vederla, bisogna spostarsi su “La7”, per “Il sogno dell’angelo”, fantasie erotiche, storie straordinarie, medicina alternativa, fiabe.

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Sebastiano Messina - (letta 8.440 volte)

Si chiama «Bonsai» la rubrica più temuta dai politici italiani. Sebastiano Messina, siciliano di Giarre, provincia di Catania, la scive tutti i giorni sulla Repubblica svillaneggiando ipocrisie, bugie, contraddizioni dei protagonisti del teatrino della politica italiana. Forse è l’unico vero erede di Fortebraccio, Mario Melloni, il mitico corsivista dell’Unità. Fortebraccio era feroce. Messina è più «leggero». «Cerco di coniugare ironia e distacco», dice.

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Vincenzo “Vincino” Gallo - (letta 8.051 volte)

La satira sta bene? Bisogna porre limiti alla satira? La satira deve colpire a 360 gradi? Noia mortale. Quante inchieste su questi fondamentali interrogativi? Ma con Vincenzo Gallo, in arte Vincino, grande bambino di 56 anni, ci conosciamo troppo bene per cadere nel trabocchetto. Ci conosciamo da quando aveva fondato il Male. L’ho seguito in tutto il suo peregrinare di anarchico-radicale-cane sciolto da un giornale all’altro. Lotta Continua, L’Avventurista, Zut, Tango, Clandestino, Boxer. C’è stato anche un incontro ravvicinato, quando sono stato suo direttore a Cuore. Tanta amicizia, tanta simpatia, tanti scazzi, attività principale in tutti i giornali di satira.

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Ida Di Benedetto - (letta 24.608 volte)

Ida Di Benedetto, Giuliano Urbani, Vittorio Sgarbi. Li metti nello shaker e ne esce fuori un cocktail di cattiverie e di pettegolezzi. Con una vittima sacrificale che naturalmente è la donna. Cinquantacinque anni, una vita dedicata al teatro e al cinema, Ida Di Benedetto è la produttrice e la protagonista di “Rosa Funzeca”. Nei migliori giornali del gossip è l’Amante. Colei che ottiene finanziamenti e favori grazie all’amicizia del ministro della Cultura. Le accuse rivolte da Sgarbi alla Di Benedetto finiranno in un tribunale, ma intanto, Urbani e Sgarbi continuano a polemizzare a distanza e a darsele di santa ragione.

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Mario Segni - (letta 5.454 volte)

Di lui dissero: ha vinto alla lotteria, ma ha perso il biglietto. Era diventato il politico più popolare d’Italia e forse anche il più amato, quando, ai tempi del referendum, dette un colpo definitivo al sistema proporzionale contribuendo all’arrivo del bipolarismo in Italia. Poi, piano piano, giorno dopo giorno, la sua popolarità è svanita. Mario Segni, accusato di essere troppo ondivago, di svolazzare da destra a sinistra senza affermare una sua identità, è rientrato nei ranghi, è diventato un politico come tutti. Ora sembra che voglia riprovarci. I giornali hanno scritto che vuole tentare la difficile impresa del Terzo Polo.

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Renato Schifani - (letta 6.659 volte)

«Sono nato a Palermo 52 anni fa, figlio di una coppia di impiegati, una famiglia normalissima, un fratello più grande che oggi è professore universitario, una sorella più piccola». Renato Schifani sa di essere uno degli uomini «nuovi» e si sottopone volentieri alla mia richiesta di curriculum. Oggi è presidente del gruppo dei senatori di Forza Italia. Ma fino a ieri era un avvocato siciliano, poco conosciuto nel resto d’Italia, tanto che Filippo Mancuso, la scheggia impazzita del mondo berlusconiano, lo definì «il principe del recupero crediti». Continua il curriculum: «Andavo discretamente bene a scuola, maturità scientifica con la pagella d’oro nel ’68».

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Nicholas Farrell - (letta 9.638 volte)

“Berlusconi è vittima di una delle più disoneste campagne di propaganda della moderna storia italiana”. Così sullo Spectator e sulla Voce della Romagna qualche mese fa scriveva Nicholas Farrell, giornalista inglese trapiantato a Predappio, da sempre innamorato pazzo di Berlusconi. E un po’ anche di Mussolini del quale ha scritto una biografia controcorrente. Poi un giorno è andato ad intervistare il presidente del consiglio in Sardegna e lo ha messo nei guai. Prima con i giudici “antropologicamente diversi” e “mentalmente disturbati”, poi con Mussolini che era un dittatore “benevolente” che “non aveva mai ammazzato nessuno”. Oggi Berlusconi dice che era una conversazione fra amici, che avevano bevuto due bottiglie di champagne, che non erano lucidi. Nicholas, sei deluso?

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Achille Occhetto - (letta 6.388 volte)

Se ne è andato nel Gruppo Misto del Senato e aspetta. Achille Occhetto, l’uomo della storica svolta della Bolognina, senza la quale oggi non ci sarebbe in Italia un partito erede del Pci, ne è sicuro. «Io non sono scappato», dice. «Sono solo andato avanti, ad aspettare che si facesse il gruppo dell’Ulivo. Dovranno venire tutti qui, è inevitabile». E intanto guarda dall’alto della sua torre d’avorio quello che succede nel turbolento mondo della sinistra, da Cofferati ai girotondi, dai no-global agli ulivisti. «La sinistra era finita in un pantano totale. Encefalogramma piatto», dice. «Solo i girotondi e le iniziative di Cofferati le hanno consentito una flebile ripresa».

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Simone Baldelli - (letta 9.354 volte)

Il suo maestro? Nanni Moretti. Guardandolo interpretare "Il portaborse", si convinse che la sua strada era la politica. E dove l’ha portato tanta dedizione? Prima a fianco di Claudio Signorile e di Claudio Martelli del Psi. Poi a fianco di Claudio Scajola, in Forza Italia. Si chiama Simone Baldelli. Oggi è a capo del movimento giovanile di Forza Italia.

Simone, sarò sincero. Non credevo nemmeno che esistesse un movimento giovanile di Forza Italia.
«Perché?»

Perché i movimenti giovanili sono sempre stati a sinistra dei loro partiti, li hanno sempre contestati duramente.
«Noi siamo l’ala dell’entusiasmo».

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Antonio Polito - (letta 21.589 volte)

Chi fa la fronda da destra si confonde con chi fa la fronda da sinistra? Lo sapremo quando Antonio Polito, direttore, e Claudio Velardi, editore, manderanno in edicola Il riformista, il Foglio di sinistra, da Giuliano Ferrara soprannominato O riformista a causa del fatto che sia Polito, sia Velardi, arrivano dalla Campania. È un successo per la scuola napoletana, quel gruppo di giornalisti che dalla redazione locale de l’Unità si sono sparsi per i quotidiani italiani. «C’era Federico Geremicca, oggi capo della redazione romana de La Stampa», ricorda Polito, «c’erano Marco De Marco che oggi dirige il Corriere del Mezzogiorno, Maddalena Tulanti, capo dell’omologo giornale barese, Luigi Vicinanza, che oggi dirige la cronaca napoletana di Repubblica dopo essere stato vicedirettore de Il Mattino, Rocco De Blasi, oggi direttore del Salvagente e Franco Di Mare, inviato della Rai. C’era anche Michele Santoro, pro forma, perché non ha mai scritto una riga». Antonio Polito racconta la sua storia di un comunista in carriera e dice la sua su voltagabbana e leccapiedi.

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