Claudio Sabelli Fioretti - (letta 1.326 volte)

Ci si può autointervistare? Certo che si può. Basta essere autoironici, non essere suscettibili, non farsi domande troppo imbarazzanti, non arrabbiarsi se non ci si risponde, non autoquerelarsi. E l’operazione riesce più facile se, come me, si hanno due cognomi. In poche parole questa è una intervista di Sabelli realizzata da Fioretti. Facile no? Cominciamo.

Caro Sabelli, ho letto il suo libro “Dimmi, Dammi, Fammi”. Posso dirle che è un libro molto bello?

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Carlo Lucarelli - (letta 8.564 volte)

Un po’ inventa: scrive gialli e thriller che hanno grande successo in libreria. Un po’ analizza: racconta irrisolti misteri italiani nella sua fortunata serie "Blu Notte" in televisione. Carlo Lucarelli presenta oggi pomeriggio a Lavarone l’ultima sua opera, "Il lato sinistro del cuore", Einaudi editore, raccolta di 53 racconti.

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Natalino Balasso - (letta 8.280 volte)

Perché l’estate impazzano i comici? La risposta tenta di darcela Natalino Balasso, uno dei comici più quotati del momento. Ieri era col suo spettacolo "Balasso Live", ad Andalo. Oggi pomeriggio sarà a Lavarone a parlare del suo libro-gadget, "Balasciò". Spiega Natalino: "I comici stanno tutto l’inverno in vitro, chiusi nella televisione. D’estate escono, fioriscono, si avviano al pascolo, si aprono ai guadagni".

Il pascolo frutta?

"I comici televisivi guadagnano molto. E’ un mercato sovradimensionato. Come il Nasdaq di un paio di anni fa. C’è la bolla speculativa comica. Basta semplicemente che uno abbia bevuto una birra al bar dello Zelig perché scriva sul manifesto "il comico di Zelig". E la gente corre a vederlo".

Anche tu scrivi "il comico di Zelig"?

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Mario Giordano - (letta 5.398 volte)

Sono tutti buoni quelli che si definiscono buoni? Secondo Mario Giordano, direttore di Studio Aperto, ex grillo parlante delle trasmissioni di Gad Lerner, è meglio andare a verificare che cosa si nasconde dietro molte delle organizzazioni e delle operazioni che si definiscono di beneficenza. E ne è uscito un libro di 220 pagine, sottotitolato "truffe e bugie nascoste dietro la solidarietà", in cui Giordano passa in rassegna tutti quegli appelli alla bontà che producono miliardi che alla fine non si capisce bene dove vadano a finire. Diceva G.B. Show: "I ricchi fanno la beneficenza, ma anche la beneficenza fa i ricchi". Sei d’accordo?

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Giovanna Botteri - (letta 21.392 volte)

"Qual è stata la prima cosa che hai fatto appena tornata dall’Iraq?" Giovanna Botteri, inviata del Tg2 e del Tg3 a Bagdad durante tutta la guerra, non ci pensa molto: "Una doccia calda, un pranzo normale, e tante lavatrici. E poi ho cercato di dormire".

La prima cosa che hai mangiato?

"Cioccolata e prosciutto crudo. Mi ero abituata talmente al basso livello che dopo un po’ a Bagdad rimpiangevo il riso con salsa di fagioli. E’ l’ultimo ricordo commestibile che mi è rimasto".

Hai sofferto per la mancanza di cibo?

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Gianni Minà - (letta 7.123 volte)

Muoiono di fame, nel mondo, mille persone ogni ora. Ma basta l’elenco degli invitati vip al Billionaire di Flavio Briatore perché ci dimentichiamo le tragedie della terra e l’argomento della conversazione si faccia frivolo e spensierato. Perché? Gli italiani sono così insensibili? Se ne fregano della gente che sta male? "Gli italiani non si rendono conto di come sia ormai "corrotto" il nostro sistema televisivo", spiega Gianni Minà, una delle grandi firme della nostra Tv, da anni impegnato sul fronte dei reportage sul Terzo Mondo. "La televisione pubblica è appiattita su quella commerciale e diffonde l’immagine di un mondo fasullo fatto più di spot che di realtà". Gianni Minà, questo pomeriggio, alle 17,30, sarà al Centro Congressi di Lavarone. Proprio di Terzo Mondo parlerà. Lui lo chiama il Continente Desaparecido per sottolineare come se ne parli poco e male. Ci mostrerà un brano della sua intervista al subcomandante Marcos, il leader della protesta del Chiapas. Ci racconterà tutte le cose tremende che i mezzi di comunicazione ignorano o nascondono.

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Antonio Di Pietro - (letta 5.398 volte)

Mani Pulite, Tangentopoli, abbiamo già cominciato a commemorare gli anniversari. Fra un po’ dimenticheremo tutto. Oppure racconteremo ai nostri nipotini: "C’era una volta Mario Chiesa, il mariuolo?" Antonio Di Pietro la chiama "la fiaba sporca", una favola in cui "ci sono tanti uomini cattivi che si sono appropriati delle istituzioni per farsi gli affari propri". Antonio Di Pietro, non più giudice, non più uomo della provvidenza, ma solo leader del movimento L’Italia dei valori, gira la penisola raccontando la fiaba sporca. Oggi è a Lavarone.

Di Pietro, che cosa è cambiato? Perché c’è questa impressione di sconfitta?

"Mani Pulite è stata una potente inchiesta giudiziaria ideata dalla magistratura milanese con tecniche innovative dal punto di vista processuale e investigative per combattere la mala pianta. Come tutte le tecniche investigative ha sortito buon effetto all’inizio per l’effetto sorpresa. Poi è diventata un simbolo e occasione di emulazione. E l’emulazione è una ciambella che non sempre riesce col buco. Produce anche danni di immagine e di credibilità".

Chi emulava?

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Gene Gnocchi - (letta 30.998 volte)

Ha quell’aria stralunata che lo fa sembrare sempre sovrapensiero. Ha quell’aspetto assente che lo fa sembrare pigro. Ha quell’apparenza assonnata che lo fa sembrare sempre sul punto di addormentarsi. Invece è vivacissimo. Scrive libri, fa spettacoli, partecipa a trasmissioni, scrive rubriche. E’ un superattivo Gene Gnocchi, vero nome Eugenio Ghiozzi. Talmente superattivo che oggi, alle 17,30, sarà a Lavarone alla Biblioteca Comunale a presentare un suo vecchio libro ("Il mondo senza un filo di grasso", Bompiani)e ad anticiparne un altro di cui non ha nemmeno deciso il titolo ("L’intelligenza dell’aria" oppure "Sistemazione provvisoria del buio", Einaudi), un libro di poesie che uscirà prossimamente. Nel frattempo ogni giorno pubblica sul Corriere della Sera una rubrica in cui finge di scrivere un diario all’ombra di un ombrellone dei bagni Nettuno, tormentando personaggi veri e inventati, ma soprattutto i tre Savoia che tentano in ogni modo di rientrare in Italia.

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Valerio Massimo Manfredi - (letta 8.995 volte)

All’inizio era uno studioso, un archeologo. Girava il mondo per scavare e per cercare di svelare i grandi misteri della storia. Stava diventando una specie di Indiana Jones quando scoprì la sua vena di scrittore. Fu Alcide Paolini, dirigente della Mondadori, a convincerlo. "Ero a Roma, su uno scavo, con i miei studenti della Cattolica di Milano, ospite dell’università di Roma che aveva fatto la grandiosa scoperta delle statue di terracotta di Lavinio", ricorda Valerio Massimo Manfredi. "Mi venne l’idea di una storia da scrivere e la raccontai a Paolini. Nacque Pallàdion".

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Marco Travaglio - (letta 19.406 volte)

I suoi libri sono in testa alla classifiche ma lui sembra un desaparecido. Marco Travaglio non compare in televisione, non viene intervistato alla radio, sui quotidiani quasi nessuno lo recensisce. Perfino la storia di Mani Pulite, scritta insieme a Gianni Barbacetto e a Peter Gomez va a ruba nelle librerie ma non compare sui giornali.

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